Il Gruppo 24 ORE, con la casa editrice 24 ORE Cultura, sta per lanciare una collana di libri illustrati dedicata a Pompei. Sono impaginati con squisita eleganza, hanno illustrazioni di alta qualità, ma chi si limitasse ad ammirarli si perderebbe il meglio: questi non sono libri da esporre sul tavolino del salotto, sono libri veri, e utilissimi. Perché i testi sono scritti con intento divulgativo da specialisti che senza derogare di un pelo al rigore scientifico riescono nella difficile impresa di essere semplici.
I primi due titoli sono firmati dall’archeologo Fabrizio Pesando (POMPEI. Le età di Pompei) e da una giornalista/antropologa che leggo e apprezzo da anni, e con la quale mi sento ormai talmente in sintonia che stiamo studiando qualche progetto da intraprendere insieme, a cominciare da presentazioni incrociate tra le mie Ragazze di Pompei e questo nuovo, interessantissimo POMPEI. L’arte di amare di Cinzia Dal Maso.
Cinzia Dal Maso
POMPEI. L’arte di amare
24 ORE cultura
Collana Pompei
96 pagine
40 illustrazioni a colori
22.90 euro
“Le età di Pompei” di Fabrizio Pesando ricostruisce la storia della città, dalla fondazione all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., sulla base dei più recenti scavi stratigrafici oltre che di tutti gli studi già consolidati, e offre quindi una guida agile ma perfetta per chiunque voglia vedere una Pompei in 3D dove, ovviamente, la terza dimensione è la profondità del tempo.
“L’arte di amare” di Cinzia Dal Maso affronta l’arduo compito di sfatare tutte le idee sbagliate che, dai primi scavatori borbonici in poi, ci si è fatti sul sesso a Pompei: e lo risolve con grazia scientifica e con spirito narrativo, portandoci a scoprire una verità non meno suggestiva e sicuramente più umana delle vecchie fantasticherie. Pompei non era una città di sporcaccioni assatanati con più lupanari che abitanti. Era una città dove anche la rappresentazione del sesso, come ogni altra cosa, cambiava a seconda della posizione sociale e della sensibilità dei committenti delle opere pittoriche. Dove, certo, imperava il normale maschilismo anticoromano, ma dove il sesso era oggetto di scherzi non necessariamente pesanti, e l’amore non sempre era vissuto in modo spensierato.